lms.txt: realtà o bufala? Il file di cui tutti parlano nel mondo della SEO per l’AI

In ambito SEO si parla sempre più spesso del file lms.txt, proposto per ottimizzare i siti web nel rapporto con le AI generative come ChatGPT e Copilot. Ma serve davvero o è solo l’ennesima moda passeggera? In questo articolo analizziamo cos’è, come funziona, cosa dicono i sostenitori e quali sono i dubbi più diffusi.

lms.txt a cosa serve - Foto FPAI
lms.txt a cosa serve - Foto FPAI

Cos’è il file lms.txt

Il file lms.txt (spesso chiamato anche llms.txt, dove LLM sta per Large Language Models) è stato proposto nel 2024 dal ricercatore Jeremy Howard (progetto Answer.ai). L’obiettivo? Fornire alle intelligenze artificiali una versione semplificata e ben strutturata dei contenuti principali di un sito web, così da facilitarne la comprensione durante la generazione di risposte.

A cosa serve

Il file lms.txt non è pensato per i motori di ricerca tradizionali come Google, ma per modelli come ChatGPT, Claude, Gemini, Copilot e altri. Si tratta di un documento in Markdown che sintetizza in modo ordinato e leggibile le sezioni chiave del sito. L’AI, invece di analizzare ogni pagina HTML piena di elementi superflui, trova in lms.txt una sorta di “mappa concettuale” che la guida verso i contenuti più rilevanti.

Cosa contiene

  • Una descrizione sintetica del sito
  • Link alle pagine più importanti, con spiegazioni concise
  • Struttura gerarchica (titoli, elenchi) per facilitare il parsing da parte dell’AI

È un file completamente opt-in: non esclude nulla (come fa il robots.txt), ma suggerisce all’AI cosa leggere per capire meglio il sito.

Vantaggi secondo i sostenitori

  • Più comprensione da parte delle AI: le risposte generate sono potenzialmente più corrette e aggiornate
  • Coerenza comunicativa: si evita che l’AI inventi o fraintenda i messaggi del brand
  • Efficienza: riduce il carico computazionale per l’AI, facilitando l’accesso ai contenuti
  • Preparazione al futuro: se diventerà uno standard, chi lo ha già implementato sarà avvantaggiato

Le critiche più forti

  • Non lo legge nessuno: attualmente nessun motore AI ufficiale (ChatGPT, Bing, Google) lo utilizza
  • Non migliora il ranking: Google non lo considera, né migliora la SEO classica
  • Esperienza utente pessima: se un AI cita direttamente il file, l’utente atterra su una pagina Markdown grezza
  • Facile da manipolare: essendo autogenerato, può essere usato per “gonfiare” parole chiave o inserire spam

Chi lo sta usando

Alcune aziende tech e progetti open source stanno sperimentando il file llms.txt. Tra questi, ElevenLabs, WordLift, LangChain, Hugging Face, e altri. Alcune directory online raccolgono i siti che lo hanno già implementato, ma al momento restano casi isolati e a scopo esplorativo.

Serve davvero?

Dipende. Se gestisci un sito con una knowledge base tecnica o una documentazione API, potrebbe valere la pena testarlo. Ma se hai un blog, un ecommerce o un magazine, lms.txt oggi non ti porterà più visibilità, né traffico, né posizionamento migliore.

L’industria delle AI non ha ancora adottato questo standard. Senza una dichiarazione ufficiale da parte di OpenAI, Google, Microsoft o altri, l’utilità di questo file resta teorica.

Conclusione

lms.txt è un’idea affascinante, ma ancora immatura. Potrebbe rappresentare il futuro dell’ottimizzazione per le AI, oppure finire nel dimenticatoio come il vecchio meta keywords. Per ora, meglio osservare l’evoluzione e concentrarsi su contenuti di qualità, dati strutturati e SEO solida.

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Domande frequenti su lms.txt

Cos’è il file lms.txt?

È un file in formato testo o Markdown, pensato per facilitare la lettura dei contenuti di un sito da parte delle intelligenze artificiali generative. Non è destinato agli utenti o ai motori di ricerca tradizionali.

Dove va inserito?

Nella root del sito, esattamente come robots.txt o sitemap.xml, con URL del tipo https://www.tuosito.it/lms.txt oppure llms.txt.

Google o Bing lo leggono?

No. Al momento né Google né Bing né ChatGPT utilizzano o leggono il file lms.txt. Nessun grande player AI lo ha adottato ufficialmente.

Influisce sulla SEO?

No. Non migliora il posizionamento nei motori di ricerca. È uno strumento orientato all’intelligenza artificiale, non alla SEO classica.

Vale la pena implementarlo?

Solo se vuoi sperimentare in ottica futura, soprattutto se il tuo sito fornisce contenuti tecnici, guide o documentazione. Per la maggior parte dei siti, oggi, non ha impatto concreto.

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Informazioni su Anna Bruno 380 Articoli
Anna Bruno è giornalista professionista con oltre venticinque anni di esperienza nel settore della comunicazione digitale, dell’innovazione e del giornalismo tech. Ha collaborato con quotidiani e magazine seguendo l’evoluzione di internet, dei media e delle tecnologie emergenti. Direttrice responsabile di FullPress.it e cofondatrice di FullPress Agency, è autrice dei libri Digital Travel e Digital Food (Flaccovio Editore), e lavora come consulente e docente nei settori del marketing digitale, del business online e della trasformazione digitale per PMI e professionisti.

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