Intervista a Luca Bolcioni, Direttore Area Networking di Yacme, per parlare di Open Source

Luca Bolcioni, 37 anni, Ingegnere Elettronico, dopo un’esperienza in ST Microelectronics in Francia rientra in Italia, consegue il dottorato in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Bologna e fonda insieme agli altri soci YACME, di cui è tutto’ora socio amministratore. Ha maturato una solida esperienza nella gestione/amministrazione di reti e nello sviluppo di sistemi web-based su piattaforma Linux. È autore di un brevetto (“System for documentation of events”) e di diverse pubblicazioni scientifiche.

Come si presenta il mercato italiano dell’Open Source e quali sono le prospettive?

Il mercato italiano si differenzia in base al segmento e in quello dell’Open Source ne analizzerei i 3 principali: la Pubblica Amministrazione, la Grande Impresa e la PMI. L’ente pubblico avrebbe tutte le ragioni di adottare soluzioni a codice aperto, innanzitutto per consentire un risparmio sui costi di esercizio futuri a fronte di investimenti mirati. La condivisione e l’adattamento di soluzioni esistenti tra le varie amministrazioni garantirebbe il miglior rapporto qualità/prezzo dei servizi al cittadino in quanto a un determinato investimento svolto da una singola amministrazione corrisponderebbe l’analogo servizio erogato con medesima qualità da parte di tutte le altre. Ed è esattamente ciò che promuove il CNIPA attraverso il Centro di Competenza per il riuso del software nella pubblica amministrazione centrale e creando il portale del riuso. La sensazione generale è che questi concetti siano stati recepiti solo in parte. Probabilmente a causa di mancanze strutturali o di un’analisi del fabbisogno condivisa si perseguono solo le strade che portano a un risparmio valutabile in tempi molto stretti e che siano già “pronte per l’uso”, invece di basarsi su progetti con orizzonti temporali più lunghi e su soluzioni progettate ad hoc sulle necessità del committente. La grande impresa ha invece soprattutto interesse al risparmio dei costi di licenza, ma si interroga spesso a proposito dell’impatto che soluzioni alternative potrebbero avere sull’efficienza del personale che deve utilizzarle. La conversione del personale è percepita infatti come un costo molto rilevante che deve essere giustificato e condiviso con gli stessi utenti per far sì che l’adozione di questo tipo di soluzioni sia effettivamente proficua. Chiaramente si tratta di un investimento nel personale interno dal punto di vista aziendale e un’ottima occasione di crescita professionale dal punto di vista del personale stesso. La PMI, infine, bada più a un risparmio diretto e immediato che alla soluzione di tutte le proprie esigenze operative. Se il software a sorgente aperto soddisfa le esigenze basilari viene valutato, anche se non sempre compreso a fondo, per la sola componente di risparmio. In Italia la componente di risparmio sui costi é la principale molla che fa scattare l’interesse anche se è importante far comprendere al cliente che l’opportunità che il software a codice aperto é in grado di esprimere é quella di consentire un grado più elevato di personalizzazioni a parità di costi.

Che rapporto hanno le aziende con questo mercato ?

Inizialmente di timore. Il fenomeno della condivisione libera del codice é qualcosa che le aziende non sanno se saranno o meno in grado di gestire e in genere non c’é assunzione di responsabilità in questo senso, a meno di rare eccezioni, da parte del management IT più abituato a valutare soluzioni a scatola chiusa. Il timore però é più legato alla non conoscenza delle potenzialità di quanto liberamente disponibile piuttosto che di una effettiva chiusura nei confronti delle soluzioni open. Le aziende che intraprendono soluzioni miste lo fanno in genere per evitare di precludersi la possibilità di scelta della migliore soluzione compatibile con gli investimenti software pregressi e con le capacità di amministrare gli stessi. Questo infatti può dare luogo a dei costi indiretti difficilmente valutabili a priori e a soluzioni non scalabili nel tempo.

Qual è la vision di Yacme ?

Il nostro punto di forza sono le soluzioni informatiche a valore aggiunto. Il valore di un software non sta nella scatola esterna, ma nella soluzione che fornisce a un problema. Vincente è il software che si adatta come un vestito alle persone che finiranno per utilizzarlo. Il software a codice aperto ha un intrinseco vantaggio di adattabilità rispetto a quello proprietario in quanto è integralmente modificabile secondo le esigenze di chi lo andrà ad utilizzare. Tanto più le esigenze espresse da un cliente saranno simili a quanto presente in un software con codice a sorgente aperto, tanto minore sarà il costo per soddisfare completamente le esigenze dell’azienda che richiede tale servizio.

Qual è il vostro cliente tipo ?

Il cliente che si cimenta nell’analisi delle alternative esistenti e che investe sulla realizzazione di un pilota per risolvere una propria esigenza. Indipendentemente dalle specifiche di progetto espresse, la realizzazione di un pilota racchiude in sé il percorso che porta il cliente a “scoprire” il mondo open source e a districarsi nella miriade di offerte proprietarie, aiutandolo nell’identificazione delle componenti valide di entrambi i mondi, e mettendolo quindi in grado di soddisfare appieno le aspettative effettuando una scelta consapevole.

Quali sono i vostri competitors ?

I competitor piu’ temibili sono certamente tutte le aziende, nessuna esclusa, che intravedono nel proprio personale IT una risorsa e negli strumenti open source un mezzo per ottenere i propri obiettivi di qualità ed efficienza. I competitor piu’ dannosi sono viceversa le aziende che improvvisano proprie business unit dedicate al mondo open source senza averne realmente compreso le dinamiche.

Cosa offre in più Yacme rispetto ai competitor presenti in Italia, perché preferirvi?

In questo campo i casi di successo sono il miglior biglietto da visita. Un conto e’ dire di saper fare, un conto averlo fatto. La nostra ricchezza sono i nostri clienti e le loro idee che abbiamo saputo tramutare in soluzioni. Quello che cerchiamo di fare è conoscere chi abbiamo di fronte ed ascoltare le sue esigenze. Lo aiutiamo ad analizzare in profondità il problema per trovare insieme la soluzione. Questa soluzione si trasforma in un progetto fatto su misura che ha la fortuna di essere sempre implementabile ed integrabile, quindi più longevo. Preferirci è quasi una scelta di vita. Scherzi a parte, noi abbiamo con i nostri clienti un rapporto particolare e molto stretto nella quasi totalità dei casi e cerchiamo in tutti i modi di dare visibilità anche ai loro successi. Sopratutto quando sono i nostri clienti ad essere pionieri nell’utilizzo di nuove tecnologie! Credo sia una carta vincente, che va oltre ed integra l’altra carta vincente che è la competenza.

Quali sono le novità del settore ?

Sicuramente il 2007 si presenta come anno propedeutico alla valutazione di sistemi interamente open source anche sul desktop dell’utente finale. Le direttive europee in materia e il recepimento di queste nelle leggi nazionali sono un ulteriore catalizzatore per il mondo pubblico. Come lo sono i progetti già avviati e conclusi con successo che hanno funzionato da cavia. Per il mondo privato il 2007 (ma anche il 2008) potrebbe essere l’anno dei rinnovi e/o degli adeguamenti della struttura tecnologica. Questo inevitabilmente conduce ad alcune valutazioni e comparazioni. Le versioni desktop Linux di nuova generazione sono sicuramente una delle soluzioni che verrà presa maggiormente in considerazione per i mantenuti livelli di sicurezza ed affidabilità e per l’ottima e accattivante interfaccia grafica che hanno raggiunto per soddisfare le esigenze – e per viziare – gli utilizzatori più esigenti.

Com’è andato l’ultimo anno e quali sono i vostri gli obiettivi futuri?

Possiamo ritenerci fortunati. Yacme è un’azienda che è sempre cresciuta finora. In numeri e in persone. L’obiettivo è senz’altro proseguire con il trend di crescita avuto negli ultimi anni, evitando la crescita esclusivamente quantitativa. Sono la complessità dei progetti e l’elaborazione di soluzioni ad alto contenuto di innovazione che costituiscono il nostro pasto preferito… ed è quello che ci riesce meglio. Non abbiamo, e non vogliamo avere, la struttura per s
eguire un numero elevato di progetti e di clienti con esigenze magari simili. Come i clienti scelgono noi, noi scegliamo i nostri clienti. Abbiamo preferito non essere l’azienda che cerca di evadere tutte le richieste che gli pervengono scegliendo di concentrarci su ciò che facciamo meglio e che, in fondo, ci dà più soddisfazione. Del resto, un abito fatto su misura può essere fatto solo da un sarto e un sarto non può soddisfare anche le esigenze di chi preferisce un abito preconfezionato. Siamo anche convinti del fatto che ognuno di noi debba avere nel proprio guardaroba entrambi i capi. Certo che per le occasioni più importanti un abito fatto su misura è sicuramente più indicato e anzi è quasi d’obbligo.

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