Esistono diversi modi per organizzare i dati in un database. Un particolare metodo, utile per strutturare le informazioni in un DB è chiamato Logical Data Model (LDM). Un Logical Data Model specifica le regole in base alle quali i dati sono strutturati (DDL = Data Description Language) e le operazioni associate che sono permesse (DML = Data Manipulation Language). rnPer scaricare il testo completo e per avere maggiori informazioni, clicca QUI
In definitiva un Logical Data Model è costituito da un DDL più un DML. Il LDM può inoltre essere visto come una tecnica per la descrizione formale della struttura dei dati, dei vincoli di uso e delle operazioni. Gli strumenti disponibili variano da un Logical Data Model all’altro. Possiamo dire che ogni DBMS è associato ad un particolare LDM. Il LDM corrisponde al livello logico della rappresentazione dei dati, mentre l’ambiente hardware e software corrispondono invece al livello fisico della rappresentazione dei dati. In effetti, nella teoria dei DB, si fa riferimento generalmente a tre livelli distinti: • livello o schema concettuale • livello o schema logico • livello o schema fisico Lo schema concettuale prescinde ed è indipendente totalmente dall’elaboratore; può essere sviluppato senza alcuna conoscenza particolare di informatica, ma avendo solo presente un modello di strutturazione della realtà . Lo schema logico della base di dati è invece quello che tiene conto del modello adottato (es. modello relazionale). Lo schema fisico infine riguarda la realizzazione effettiva del sistema informatico ed è quindi strettamente connesso al tipo di elaboratore. Più formalmente un LDM è una combinazione di almeno tre componenti: • un insieme di tipi di strutture dati • un insieme di operatori o funzioni, che possono essere applicati a qualsiasi valida istanza dei tipi di dati definiti • un insieme di regole di integrità generali (che definiscono implicitamente od esplicitamente l’insieme degli stati consistenti con il DB, le modifiche degli stati od entrambe le cose) Ci possono essere due o più DBMS diversi che supportano lo stesso Logical Data Model, quindi la conoscenza di almeno un Logical Data Model è sufficiente a sviluppare applicazioni di Database. Bisogna prestare attenzione a non confondere i due termini “modello dell’informazione” e “modello dei dati”: un modello dell’informazione è una descrizione del mondo reale nei termini di un Logical Data Model. Un semplice approccio è dato dal modello di dati relazionale. Il Modello Relazionale è stato proposto dal Dott. Edgar Codd nel 1970. Il modello di database relazionale specifica una struttura dati tramite le cosiddette “Relazioni” e alcuni linguaggi ad alto livello per manipolare le relazioni. La “relazione” è un termine matematico che identifica una tabella a due dimensioni; in altre parole, secondo il modello relazionale, le informazioni sono organizzate in righe e colonne. La ragione per chiamare tale tabella “relazione” piuttosto che “matrice” deriva dal fatto che i dati contenuti nelle medesime colonne sono omogenei, mentre i dati presenti nelle medesime righe non lo sono. Ogni categoria (o entità ) è descritta da una particolare relazione, quindi ogni relazione ha un unico nome. Un insieme di fatti tra loro correlati sono rappresentati in una riga della relazione che è chiamata “tupla”. In altre parole ogni tupla di una relazione corrisponde ad una istanza di una particolare entità . Tutte le voci presenti in una colonna di una relazione sono dello stesso tipo. Ad ogni colonna è assegnato un nome diverso chiamato attributo, come già detto a proposito del modello. Entità -Associazione. Con il termine “Dominio” si intende l’insieme dei possibili valori che un attributo può assumere e che ritroviamo (tutti o in parte) come valori nel campo corrispondente a quell’attributo. Attributi distinti possono avere lo stesso dominio. RIPRODUZIONE RISERVATA
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